Sugli effetti della procura conferita dal soggetto poi sottoposto ad amministrazione di sostegno
Abstract
La Suprema Corte interviene per la seconda volta, nel giro di pochi mesi, per risolvere la delicata questione delle sorti della procura rilasciata da una persona successivamente sottoposta ad amministrazione di sostegno. La pronuncia sceglie ed elabora un criterio chiaro che, tuttavia, da un lato, richiede l’indagine, volta a volta, sulla portata incapacitante del singolo decreto istitutivo di amministrazione di sostegno (o dell’eventuale decreto modificativo o integrativo) e, dall’altro, sul piano sistematico, pare operare un’assimilazione tra la condizione del beneficiario e quella dell’interdetto e dell’inabilitato non pienamente coerente con il meccanismo espressamente congegnato, per tali casi, dall’art. 411, comma 4, c.c.
The Supreme Court intervenes for the second time in a matter of a few months to address the delicate issue concerning the fate of a power of attorney granted by an individual who is subsequently placed under guardianship through a support administration order. The ruling adopts and develops a clear criterion which, however, on one hand, requires a case-by-case investigation into the incapacitating scope of the individual decree establishing the support administration (or of any subsequent modifying or supplemental decree). On the other hand, from a systematic perspective, it seems to assimilate the condition of the beneficiary to that of an interdicted or partially incapacitated person, in a manner not fully consistent with the mechanism expressly devised for such cases under Article 411, paragraph 4, of the Italian Civil Code.
Sommario: 1. Introduzione; 2. Il caso; 3. La visione frammentata prima dell’intervento della Corte di Cassazione; 4. La regula iuris indicata dai giudici di legittimità; 5. Alcuni punti oscuri nel ragionamento dei giudici; 6. Davvero la soluzione è coerente con il sistema?; 7. Gli indefiniti spazi di manovra del Giudice Tutelare